Gregorio Scalise

  • Già nella “Città del secondo rinascimento” (nel numero 15) avevo cercato di delimitare quello che si potrebbe chiamare il metodo Shen Dali. Risalivo a una dichiarazione di Aragon del 1945: “Ogni mezzo di espressione ha i propri limiti, le proprie virtù e i propri difetti. Niente è più arbitrario che tentare di sostituire la parola scritta al disegno e alla pittura. Questo si chiama critica d’arte e non mi pare di rendermene colpevole in questo momento”. È una dichiarazione estrema, netta, come di solito fanno i francesi. Ma il pensiero è molto chiaro: non si può sostituire il disegno con

  • A distanza di tanti secoli, intraprendere la lettura di un testo come il Libro della origine delli volgari proverbi di Aloyse Cynthio de gli Fabritii (Spirali) immette in una situazione a metà tra l’oralità simulata e il racconto. Probabilmente, la messa in stampa rende non sempre agevole individuare la voce e, in ogni caso, sembra che il ritmo sia quello del raccontare ciò che è stato raccontato. I proverbi, dunque, si presentano come una macchina sofisticata della ripetizione. Potrebbero farsi molteplici confronti e, forse, il più suggestivo è un salto quasi vertiginoso al

  • Il libro La necessità dell’anatomia (Spirali) raccoglie, oltre alle fotografie di Viviana Nicodemo, un poemetto di Mariella De Santis, brevi commenti poetici di Tullio De Rui e una micro antologia di Milo De Angelis, che parte da Somiglianze, il suo primo libro, e passa per altri testi, fino al recente Tema dell’addio del 2005.

  • Già nei libri precedenti della collana “L’arca. Pittura e scrittura” (Spirali), Shen Dali stabilisce, nel gioco di accostamenti fra artisti del passato e artisti dei giorni nostri, alcune differenze che difficilmente si sarebbero colte per via storica. La capacità di Shen Dali di creare attraverso citazioni di vari poeti, in particolare francesi, una specie di campo visivo nuovo e moderno rispetto agli artisti presi in esame, offre una lettura stimolante e in parte inedita delle opere.

  • Shen Dali e Dong Chun sono dei veterani per quanto riguarda il confronto “eterodosso” tra artisti. Nei loro precedenti libri della collana “L’arca. Pittura e scrittura” (Spirali), hanno messo a confronto artisti come Chagall e Vangelli, Matisse e Frasnedi, Renoir e Zejtlin, Rublëv e Ambrosino. Cioè un autore classico e uno moderno, tra i quali tuttavia non c’era una grande distanza temporale. In questo nuovo libro, Michelangelo Buonarroti e Günter Roth, invece, la distanza è vistosa. Da una parte, uno dei massimi artisti del rinascimento e, dall’altra, l’artista tedesco Günter

  • La città moderna (Spirali), romanzo d’esordio di Erik Battiston, è proprio una città moderna, nel senso che la zona geografica nella quale la vicenda si esplica non prevede città, semmai luoghi. Si tratta di un romanzo linguistico, come ha detto Sergio Dalla Val, ma ci sono anche i luoghi. Portofluviale, località immaginaria, Cassano Nono, nome probabilmente inventato a partire da un paese esistente, poi Villa san Carlo Borromeo e Senago. Quindi per città moderna deve intendersi un’area metropolitana, che vada oltre i confini della città. Penso che La città moderna sia

  • Se nei loro lavori precedenti della collana “L’arca. Pittura e scrittura” (Spirali), Shen Dali e Dong Chun stabilivano vertiginosi contatti fra la poesia cinese e la pittura occidentale, in questa nuova pubblicazione, che riguarda Ferdinando Ambrosino, pittore campano vivente, e Andrej Rublëv, un monaco-artista russo, nato intorno al 1360 e morto a Mosca nel 1430, il loro sguardo-indagine si sposta, ma fascino e problematicità restano. I due autori si muovono fra icone e vangeli, leggende russe e richiami della cultura e poesia cinese e poesia francese. E non mancano richiami al buddismo.

  • Se la colpa di un bosco

    è la sua ombra

    come non pensare che non sia

    naturale la storia

    che agglomera eserciti

    di sentimenti

    il diritto di esaminare

    ricordi difficili e affollati

    scorrendo lungo il profilo

    della folla

    quando si sgomenta il cuore

    (cattiveria del cuore

    grideranno gli uccelli)

    cattiveria ripeteranno i pozzi

    circondati da sassi e erbe illese

    Giungono gli attori

    con il colore della stessa giornata

    fra terra bruciata segni del tempo

    recitano la cattiveria

  • Tra i libri di Shen Dali mi hanno interessato molto quelli scritti insieme a Dong Chun (Marc Chagall e Antonio Vangelli, Henri Matisse e Alfonso Frasnedi, Pierre-Auguste Renoir e Griegorij Zejtlin, Spirali edizioni).

  • Due pastori avanzano nel campo, hanno litigato, si fermano, non si guardano. Il volto del primo guarda verso l’orizzonte esterno, lo sguardo dell’altro, analogamente, è rivolto a un altro orizzonte esterno. È un momento molto importante, perché gli occhi dei due, che non si guardano, colgono le espressioni, la forma facciale, un po’ pietrificata come spesso nell’iconografia ci viene rappresentata la faccia dei sardi.