Davide Passoni

  • Quando ha fondato la SIR (Soluzioni Industriali Robotizzate), nel 1984, Luciano Passoni, suo padre, aveva un sogno: diffondere l’automazione il più possibile per alleviare la fatica dell’uomo nei lavori più pesanti e ripetitivi. In trentacinque anni avete onorato questo sogno, installando oltre 3800 impianti nel mondo. I robot SIR svolgono i loro meticolosi compiti in alcune delle più importanti aziende costruttrici di automobili, aerei e altri beni di produzione industriale. Qual è la riuscita e quale l’approdo nel vostro itinerario? La riuscita, in un’azienda come la nostra, è

  • La contrapposizione pubblico-privato viene meno nella vita delle imprese: sebbene siano classificate come enti privati, la presenza di una componente pubblica è innegabile in attività che coinvolgono migliaia di persone. È il caso della SIR che, a partire dal 1984, ha progettato e installato oltre 3800 impianti di automazione industriale nel mondo e, soprattutto, sempre con la massima cura, senza alcuna riserva, puntando al valore assoluto, anziché al “ritorno” economico immediato… La nostra impresa si fonda sui valori etici della sana imprenditoria: non siamo mai stati spinti da

  • A proposito del tema di questo numero della rivista, La necessità del superfluo, il 15 marzo scorso l’astronauta Paolo Nespoli ha tenuto una conferenza alla SIR. Era un incontro necessario o superfluo? Paolo Nespoli, ingegnere e maggiore dell’aeronautica, ha partecipato alla missione militare in Libano ed è stato nello spazio tre volte: nel 2007 con la missione Space Shuttle Discovery STS-120 (USA), nel 2010 con la missione Soyuz TMA-20 (Russia), diretta alla Stazione Spaziale Internazionale, con 157 giorni di permanenza nello spazio, e infine nel 2017 con la missione Soyuz

  • Nata nel 1984 da un’idea di suo padre, l’ingegner Luciano Passoni, la SIR ha dedicato i primi quattro anni di vita alla ricerca pura, al fine di progettare, testare e realizzare un robot antropomorfo allora all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.
    A proposito del titolo di questo numero Il talento, l’ingegno, l’intelligenza, nella casa dei robot l’intelligenza artificiale si sta pian piano affiancando all’ingegno e alla fantasia tecnica dell’uomo… Le applicazioni di intelligenza artificiale in ambito industriale hanno iniziato a svilupparsi per soddisfare l

  • Dal 1984, SIR Spa automatizza processi di lavorazione complessi per i comparti più disparati: automotive, fonderia, aereospaziale, industria dei compositi e delle plastiche, logistica. Gli oltre 3600 impianti che avete progettato e installato in tutto il mondo vanno dall’automazione delle lavorazioni meccaniche di finitura ai compiti pesanti richiesti in fonderia, dalle operazioni di manipolazione, saldatura e pallettizzazione all’assemblaggio di gruppi complessi, dove i robot interagiscono tra loro per completare il task richiesto, lavorando in un ambiente a elevata integrazione.

  • La vostra azienda, SIR (Soluzioni Industriali Robotizzate), opera nel campo dell’integrazione robotica dal 1984 e ha all’attivo oltre 3600 impianti installati in tutto il mondo. Oltre alla sede italiana in cui lavorano 100 dipendenti (e altrettanti collaboratori esterni), e alle filiali tedesca e americana, avete recentemente aperto un distaccamento operativo nelle vicinanze di Shanghai, con 40 persone dedite alla realizzazione di impianti che possano favorire la diffusione della robotica nel paese del Dragone. Quali sono le prospettive del settore per il prossimo anno? Le

  • La società occidentale sta conoscendo in questi ultimi anni un rapido e inesorabile declino: la colpa non può essere attribuita esclusivamente al susseguirsi di crisi finanziarie ed economiche, aggravate dagli affanni del mondo produttivo e dalla stagnazione del mercato del lavoro. In realtà, a ben guardare, queste macro anomalie non sono la causa del malessere dilagante, ma ne rappresentano invece l’effetto. E nella nostra nazione appaiono quanto mai ingigantite. 

    La nostra società sta vivendo una gravissima crisi non solo di valori, ma principalmente di motivazioni, e questo

  • Anche se oggi incominciamo a raccogliere i primi frutti di un processo di valorizzazione del made in Italy nel mondo – soprattutto nei settori alimentare, abbigliamento e arredamento –, siamo ancora lontani da una politica industriale che identifichi il made in Italy nella combinazione fra estetica e tecnologia “personalizzata”, tipica delle nostre PMI, a cui faceva riferimento lei nel numero precedente di questo giornale, ricordando che la SIR è riuscita a inventare nella meccatronica una “standardizzazione della personalizzazione”. Quali sono le iniziative che le istituzioni

  • La cultura imprenditoriale del nostro paese differisce notevolmente, da un punto di vista filosofico e organizzativo, da quella delle nazioni concorrenti: tale diversità si traduce a livello pratico nella realizzazione di prodotti altamente identificabili e in un approccio progettuale a prima vista poco sistematico, ma in realtà estremamente creativo. Questa cultura è alla base del made in Italy, che a nostro avviso non deve essere declassato a banale caratteristica geografica: esso può essere meglio definito come la trasposizione, all’interno della produzione industriale, dei noti

  • Dal 1984, anno della sua fondazione a opera dell’ingegnere Luciano Passoni, la SIR ne ha fatta di strada e, non a caso, oggi è considerata la capitale della robotica italiana. Ferrari, Fiat, ACC, Brembo, Ducati, OMR, Berco e Kone sono solo alcuni dei clienti per i quali SIR ha studiato e prodotto sistemi robotizzati su misura in tutto il mondo. Dal 1997, con il suo ingresso in azienda, al talento e all’esperienza del fondatore si è affiancato il suo contributo. Con quali novità?