Politica

  • Dopo che Hassan Rouhani è divenuto presidente dell’Iran, succedendo a Ahlmadinejad, dai giornali occidentali sembra emergere che in questo paese la repressione e il controllo politico abbiano allentato la loro presa, in particolare rispetto alle libertà personali e ai diritti civili e religiosi. Qual è la sua valutazione?

  • Ogni ottobre, arrivando in Crimea per il festival teatrale di Jalta intitolato a Čechov, i miei amici del luogo mi dicevano scherzosamente che era finalmente giunto nella penisola il suo “vero padrone”.

    L’identità fra il mio cognome e la Crimea, in russo Krym, è ovviamente casuale, ma io amo molto quella stupenda perla dell’Ucraina, sulle cui spiagge passava la voglia di pensare alla politica. Ma questo, ahimè, ormai appartiene al passato.

  • A coloro che mi chiedono a che punto sia la democratizzazione del regime cubano sono costretto a rispondere che la strategia del generale Raul Castro consiste nel prendere tempo e, per prendere tempo, non c’è tattica migliore del gattopardismo, quello che troviamo nel romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ben riassunto nel suo più noto dialogo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. “E allora che cosa avverrà? Trattative punteggiate da schioppettate quasi innocue e, dopo, tutto sarà lo stesso mentre tutto sarà cambiato”. “…

  • Con più di sessant’anni anni di attività nell’impresa e nel commercio, lei attualmente è presidente del Gruppo Terziario Donna e vice presidente di Ascom Confcommercio Bologna. Come incomincia la sua avventura di imprenditrice?

     “Avventura” è il termine giusto: pur venendo da una famiglia di calzaturieri, avevo iniziato l’attività lavorativa come commercialista. Tuttavia, dopo quindici anni di professione – in seguito a un incidente accaduto a mia sorella, che mi fece riflettere sulla vita –, decisi di seguire la tradizione di famiglia. Desideravo stare con la gente e

  • L’Emilia colpita dal sisma del maggio 2012 entra nella fase più delicata: la ricostruzione. Quanto successo lo scorso anno per il sistema Emilia rappresenta un evento straordinario. Per il modo in cui tutti noi viviamo e pensiamo a questo sistema da classe dirigente, la gestione di questo evento non può che comprendere le parole programmazione, opportunità, squadra.

    Il Commissario Errani, all’indomani del sisma, diceva ai sindaci di non fermarsi a gestire l’emergenza ma di guardare oltre, di ripensare al futuro delle comunità e dei territori colpiti.

  • Il titolo questo incontro, Restituire l’Emilia in qualità, rappresenta molto bene il lavoro che stiamo facendo e lo spirito con cui il dramma del terremoto è stato vissuto: uno spirito generato dalla capacità di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzati. L’Emilia, nonostante il dramma subito, non si è raccontata come luogo di autocompatimento e di commiserazione, perché ha sempre prevalso, allo strazio, la voglia di esserci e di ripartire. 

  • Sapevamo che il processo di ricostruzione non sarebbe stato veloce, anzi, per chi ha perso la casa e l’azienda, i tempi della ripresa sono comunque e sempre troppo lunghi. Ma, avendo vissuto direttamente la complessa operazione in tutti i passaggi, dal nazionale al locale, oltre a qualche intoppo, abbiamo visto tanto lavoro comune per dare alla popolazione e alle imprese gli strumenti necessari per ricostruire.

  • La Legge regionale per la ricostruzione parte da un presupposto chiaro: costruire qualità dove non c’era e ricostruirla dove era uno dei valori identitari del territorio. Un obiettivo che la legge ha già conseguito è la programmazione della ricostruzione del patrimonio pubblico danneggiato, in seguito a un censimento che ha consentito una valutazione del danno complessivo pari a un miliardo e 300 milioni di euro. È impensabile che un’opera di tale entità sia realizzata entro un anno. E non sarebbe neanche giusto. 

    Al momento, abbiamo licenziato il primo stralcio del programma,

  • Mi auguro che, a partire da questo incontro, possiamo andare oltre la valutazione degli strumenti che ci siamo dati per uscire dall’emergenza e incominciare a ragionare sulla qualità delle nostre città. 

  • In qualità di attori protagonisti della ricostruzione post-sisma, sul campo tutti i giorni in questi mesi, noi costruttori abbiamo sostenuto con forza che le parole chiave che ciascuno nel proprio ruolo deve tenere in mente sono principalmente due: tempo e coraggio.