Proprietà intellettuale

  • Vent’anni fa, lo scrittore americano Francis Fukuyama, nel libro La fine della storia, sosteneva che il livello raggiunto dalle democrazie liberali e la globalizzazione avevano creato i presupposti perché il mondo diventasse un villaggio unico, dove avrebbe prevalso la cultura americana. Si dimostrò un’ipotesi fallace, demolita poco dopo dal saggio Lo scontro delle civiltà di Samuel P. Huntington, secondo cui non ci sarebbe stata una civiltà universale, ma un mondo con civiltà diverse che avrebbero dovuto imparare a convivere. È ovviamente una tesi molto discussa da cui è nato un grande

  • In qualità di vicepresidente dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, può raccontarci come sorge l’idea di rilanciare la professionalità tecnica come questione culturale dell’Emilia Romagna?

  • Come emerge dal rapporto di giugno di Confindustria, le aziende che hanno mantenuto la rotta durante questo periodo di crisi planetaria sono quelle che da almeno dieci anni avevano investito in qualità, innovazione e formazione, avevano un progetto e un programma e per questo hanno risposto velocemente alle esigenze della trasformazione. In questo senso, Utensileria Modenese è un esempio, nella distribuzione industriale di prodotti per la metalmeccanica – nei settori auto, trasmissioni, oleodinamica, alimentare, automazioni, biomedicale, stampi, trattoristica –, non solo nella nostra

  • Quali sono le “ragioni di salute” che ha incontrato La Maison du Monde lungo il suo itinerario nel settore immobiliare?

  • L’arte contemporanea è spesso mossa da una furia iconoclasta erede dell’arte concettuale, dove non importa tanto l’immagine quanto l’idea, che si suppone preesista all’opera. In questo approccio, lo spazio è inteso come un contenitore da riempire o da lasciare vuoto, ma sempre partendo dal presupposto che l’artista sia colui che lo trasforma, il demiurgo che plasma la materia attraverso un percorso di sofferenza soggettiva, di cui rimarrebbe traccia nell’opera, che perciò assume un carattere di reliquia. Eppure, il nostro paese vanta l’ottanta per cento del patrimonio artistico

  • Il plastico di Vema – la città ideale presentata al Padiglione italiano della 10° Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2006 – è frutto del vostro lavoro, in collaborazione con l’Università di Ferrara, presso la quale eravate collaboratori alla ricerca. È stata una bella vetrina per due giovani architetti come voi, che si erano da poco lanciati in un’avventura assolutamente nuova nel nostro paese: applicare tecnologie nate in campo industriale, come la scansione laser e la prototipazione rapida, all’architettura, all’edilizia, al restauro e al recupero dei

  • In qualità di presidente della Compagnia Italiana del Cioccolato, ricordo che la nostra associazione da più di dodici anni si occupa di assaggi e controlli qualità di tutti i cioccolati prodotti in Italia. Quest’anno, per esempio, per il nostro concorso nazionale “Tavoletta d’Oro”, abbiamo assaggiato più di 800 cioccolati e compilato più di 4000 schede con 15 categorie degustative. Il nostro approccio è molto attento, anche perché il nostro scopo principale è quello d’individuare e promuovere il cioccolato di qualità, che è anche il migliore in termini di salute perché utilizza le materie

  • Era un rito giornaliero, almeno per i più giovani: il cucchiaino colmo offerto dalla mamma, le dita a stringere il naso per non sentire sapore, un piccolo sforzo per inghiottire. Per il momento, era fatta, la dose giornaliera dello sgradevole olio di fegato di merluzzo era assunta. Molto sgradevole, ma riconosciuto come vero toccasana per la gioventù in crescita. “Ciò che è cattivo fa bene”, era la frase di prammatica. Ma potremmo dire che questo concetto è valido ancora oggi? L’industria chimico-farmacologica ha indubbiamente operato per rendere più accettabili cure e medicinali ma,

  • Quali sono le novità legislative intervenute di recente nel settore alimentare delle produzioni biologiche?

    Dal 1° gennaio 2009 sono entrati in vigore i regolamenti CE 834/2007 e CE 889/2008. Quest’ultimo prevede un’estensione del biologico all’acquacoltura, cioè all’allevamento di pesce e alla coltivazione di alghe marine, mentre le regole per la loro produzione e certificazione sono contenute nel regolamento CE 710/2009, in applicazione dal 1° maggio 2010. È una novità per l’Unione europea, mentre, per l’Italia, è stato finalmente approvato un decreto ministeriale che

  • In che modo il Centro Servizi Ortofrutticoli si occupa della valorizzazione dei prodotti tipici?

    Valorizziamo non solo i prodotti tipici che, come la pera e la pesca nettarina, hanno ottenuto il riconoscimento IGP, ma anche le produzioni che, pur non avendo un riconoscimento, come il kiwi per esempio, sono di grande interesse economico per la nostra regione. In breve, possiamo dire che promuoviamo l’ortofrutta in generale, con particolare riferimento ai prodotti IGP.

    Quali sono i vostri nuovi progetti di promozione in Italia e in Europa?