Filosofia

  • L’ambizione è una droga che fa di colui che vi si dedica un demente in potenza”, scriveva il filosofo Emil Cioran, stigmatizzando il modo corrente di intendere l’ambizione, come quel che consentirebbe, al pari di una sostanza, di gestire, padroneggiare, dominare la propria vita. Così ognuno avrebbe la propria ambizione, ambizione soggettiva, ora funzionale alla riuscita, ora foriera della sconfitta. Come scrive Niccolò Machiavelli: “Ma l’ambizione dell’uomo è tanto grande, che, per cavarsi una presente voglia, non pensa al male che è in breve tempo, per risultargliene”.

  • L’attuale attacco giudiziario contro Armando Verdiglione non è incominciato con il normale controllo fiscale che ha portato al processo, ma partecipa di una vicenda iniziata intorno alla metà degli anni ottanta, che denota un’ostilità a vasto raggio nei confronti di un attore importante della cultura. Non sono psicanalista, quindi non ho interesse a difendere una scuola anziché un’altra: considero il modo con cui Verdiglione opera e lo confronto con la prassi, le abitudini, le regole e le convenienze con cui operano gli intellettuali all’interno della nostra società. Mi riferisco al mondo

  • Mentre inizio a parlare avverto da parte vostra – e ve ne sono grato – una grande disposizione all’ascolto. Una sensazione del tutto diversa rispetto a quando sono andato a testimoniare nell’ultimo processo contro Armando Verdiglione. Lì, ho avvertito una predisposizione preconcetta, un atteggiamento già orientato contro quel che la parola chiede di più: l’ascolto. Senza ascolto, la parola è morta, anzi, non è neppure più parola. Mi sono chiesto che cosa andavo a dire in questo tribunale. Non sono in grado di entrare nel particolare degli aspetti giuridici, anche se capisco che c’è una

  • La fisica oggi si può molto sommariamente suddividere in tre parti principali. La fisica classica, che tratta quello che noi possiamo dire a proposito del mondo su scala umana. Poi, c’è la fisica quantistica, cioè cosa possiamo dire a proposito della scala atomica e subatomica, e la fisica relativistica, che tratta quel che possiamo dire a proposito del velocissimo. Siamo nati in un mondo con certe dimensioni spaziali e temporali e le esperienze che facciamo costruiscono quello che noi chiamiamo “senso comune”, il “buon senso”. Di solito, capire qualche cosa vuol dire ridurre un concetto

  • Secondo Esiodo, Gaia appare dopo il Caos e unendosi con Urano genera varie creature, tra cui i Titani, i Ciclopi e infine Cronos, il Tempo. In questo mito Gaia è la madre terra, in particolare madre del tempo. Questo tempo è Crono, è cronologico, perché ha un'origine, e postula una madre precedente a lui, una madre fuori del tempo, una terra madre. La terra diviene madre se è terra d’origine, se viene prima del tempo, dunque ne è preservata, esente, pura. La terra di Esiodo è nello spazio, è spaziale perché non è attraversata dal tempo, ne è l’origine, origine di un tempo

  • A quattrocento anni dal Convivio di Platone, in cui il banchetto è il pretesto per una disputa sull’amore, con l’atto dell’Eucarestia, Cristo stacca il nutrimento dalla credenza nella sostanza. Nell’ultima cena offre il pane, e dice che è il suo corpo, offre il vino, e dice che è il suo sangue. Diremmo che il corpo e il sangue sono sostanze, stanno sotto a quel che appare, ossia sotto il pane e il vino? Pane e vino sarebbero metafore, starebbero al posto del corpo e del sangue, come crede il protestantesimo? Con il cattolicesimo, invece, non si tratta di metafora sostanziale, ma di

  • Secondo gli Atti degli Apostoli, “mentre il giorno della Pentecoste stava per finire”, all’improvviso “venne dal cielo un rombo, come di un vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano [i discepoli]”. Apparirono lingue di fuoco “ed essi furono tutti pieni di spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo spirito santo dava loro il potere di esprimersi”.

  • Nel saggio Introduzione alla psicanalisi, Sigmund Freud annota che “ciò che caratterizza l’Io in modo del tutto particolare, differenziandolo dall'Es, è una tendenza a sintetizzare i propri contenuti, a riassumere e unificare i propri processi psichici, tendenza che manca completamente all'Es”. Nessuna tendenza alla sintesi o all'unificazione nell'inconscio per Freud, che scrive, qualche pagina dopo, di “due pulsioni originarie”, di cui “la prima tende ad agglomerare tutto ciò che esiste in unità sempre più vaste, mentre l’altra a dissolvere queste

  • Di tecnica si è cominciato a parlare in maniera diffusa tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, quando esplose la consapevolezza della grande potenza tecnologica dell’Europa, con la sua scienza e la sua tecnica: si annunciava un futuro straordinario, dove tanti problemi tradizionali della vita umana si sarebbero risolti brillantemente. Tuttavia, anche a causa delle tragedie del Novecento, con le due grandi guerre, alla fase di entusiasmo ne seguì una polemica, critica, sospettosa: la tecnica cominciò a essere percepita come il grande nemico della naturalità,

  • In direzione della cifra. La scienza della parola, l’impresa, la clinica (Spirali, 2011) di Sergio Dalla Val prende l’avvio dal congresso organizzato da Armando Verdiglione, La follia, che si svolse a Milano nel 1976 (1-4 novembre). Era la prima volta che Dalla Val partecipava a un congresso organizzato da Verdiglione. In questo, come in quelli precedenti e, alla stessa maniera, non professionali, non identitari, senza oggetto identificante, accomunante, unificante, – Psicanalisi e politica (8-9 maggio 1973), Follia e società segregativa (13-16