Medicina

  • Quando, a metà degli anni novanta, con Vittorio Volterra presentammo a Bologna il libro del grande psichiatra e psicanalista francese Jean Oury, Creazione e schizofrenia (Spirali), posi la questione se e quando sarebbe venuto il tempo di una psichiatria scientifica, una psichiatria non ideologica, non farmacologica, non neurologica, non fenomenologica. Una psichiatria che non voglia eliminare la psicanalisi, ma non si camuffi da psicanalisi. Una psichiatria scientifica perché tiene conto della scienza della parola, non dei postulati della scienza del discorso che, da Aristotele a

  • Dal 1980, Biosonic dà un contributo essenziale alla medicina attraverso la produzione e la diffusione di apparecchiature medicali in grado di migliorare e di salvare la vita di migliaia di persone. Com’è nata l’idea di costituire questa realtà?

    La mia attività è iniziata nel 1968, quando decisi di fornire al settore della sanità pubblica strumenti per la rianimazione cardiorespiratoria: con altri due soci costituimmo un’azienda che produceva una macchina per la rianimazione cardiaca, come monitor e defibrillatori. Nel 1978 mi recai all’Università del Texas a Galveston, dove

  • Nel suo interessante intervento al Festival della modernità (La democrazia, 28-30 novembre 2008, Villa San Carlo Borromeo, Milano Senago), lei ha affermato che la differenza tra l’effetto delle pillole antidepressive e quello del placebo è minima. Che cosa intende?

  • Oggi, la ricerca e la pratica mediche costituiscono nel pianeta forse il settore dove più cadono confini e barriere religiose, nazionali e linguistiche nell’affrontare i problemi, nell’incontrarsi, nello scambiare acquisizioni e metodi e nel mantenere e perfezionare tecnologie e metodiche valide. Poche scienze come la medicina si reinventano in un percorso di ricerca che trae vantaggio dalle condizioni fornite dall’ambiente e dalla società, pur nella continuità dell’obiettivo più importante, la cura, individuando strumenti per metterla in atto nel modo migliore.

  • Conosco Giancarlo Comeri da almeno trentacinque anni e sono lieto d’incontrarlo questa sera. Non è usuale, per un urologo, scrivere un libro che vada al di là della competenza professionale e penso che, attraverso il suo libro, Medicina di vita. La scienza e la conquista della salute (Spirali), si possa conoscere meglio l’urologia.

    Sono a contatto con questa materia tutti i giorni dell’anno, anche in quanto insegno all’università e dirigo la scuola di specializzazione, ma mi rendo conto, attraverso gli echi che mi danno gli studenti, che l’urologia non è conosciuta nel modo

  • La popolarità di Schumann nelle sale da concerto è fuori discussione, ma non altrettanto si può dire della sua bibliografia. In Italia, il vecchio volume di Valabrega è stato a lungo il massimo punto di riferimento. In seguito, Ricordi ha pubblicato un volumetto che accomuna Schumann a Mendelssohn e a Liszt, poi Mursia ha dedicato al maestro una buona monografia e, non più di due anni fa, L’epos di Palermo ha pubblicato un’esegesi di Kreisleriana. Dunque, possiamo dire che Robert Schumann e i tredici giorni prima del manicomio era un libro necessario, anche se un po’

  • Il mio interesse per Schumann risale all’incirca a vent’anni fa, all’epoca in cui mi sono imbattuto nelle stesse cose che sono state evocate in questo dibattito, a proposito della sua vita: si parlava di sifilide, di depressione, di melanconia.

  • Riprendendo quanto diceva Giuseppe Martorana a proposito della scelta specialistica dell’urologia, come tutor medico sia per la Regione sia per l’Università, posso confermare che i giovani sono confusi e il motivo sta nel fatto che spesso il tirocinio pratico è rinviato molto avanti nel tempo. Il fatto di non avere mai visitato un paziente è uno degli elementi che impediscono agli studenti una scelta rapida ed efficace. Ecco perché devono essere guidati ed è necessario dare loro consigli, anche se occorre dire che, altrettanto spesso, molti di loro difettano dell’umiltà di chiedere.

  • Conosco Giancarlo Comeri da tanti anni e mi fa molto piacere essere qui, anche perché ho trovato estremamente interessante il suo libro, Medicina di vita. La scienza e la conquista della salute (Spirali). Ne ho fatto una lettura “emozionante”, perché ripercorre la nostra storia, la storia dei relatori di questo convegno e quella dell’urologia. Ma ne ho fatto anche una lettura “irritante”, perché pone ciascuno che ha lavorato nel nostro ambito di fronte al comportamento professionale che ha tenuto durante i periodi descritti nel libro, di fronte alle decisioni che ha preso, agli

  • Io credo che l’eternità terrena, senza voler disturbare quella sublimata e religiosa dell’anima, stia nelle opere che si sono compiute in vita, positive e negative. Purtroppo è più facile dare risalto agli uomini e ai fatti negativi succedutisi nelle epoche, che non ai tanto più nobili e numerosi personaggi positivi che con le loro opere hanno migliorato nel tempo la nostra esistenza e le nostre qualità umane ed etiche. Così oggi è tanto più facile parlare di rari episodi di malasanità, di medici dissennati e incapaci, che non dei tanti successi della terapia, dell’intervento e della