Scrittura

  • “Sarò breve” è la frase principio dell’orazione che si ode spesso nelle aule giudiziarie. Questa retorica premessa stasera è anche la mia veritiera promessa. Invero, trovo sempre un certo imbarazzo a intervenire in pubblico, specialmente per parlare di me, forse perché nel mio lavoro ascoltare gli altri ha valore essenziale, predominante.

    Sono magistrato, magistrato della Giudicante da oltre quarant’anni. Da oltre quarant’anni ascolto gli altri: le menzogne, le verità, le semiverità degli altri. Ascolto requisitorie, arringhe, quelle brillanti,

  • La questione giustizia in Italia non è una questione filosofica o morale, o solo una questione di efficienza. Come la questione scuola in Italia, come la questione mass media in Italia è, e lo dico da storico, un corollario importante della questione comunista, la questione irrisolta, mai affrontata, di questo paese. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che, nonostante siano state cambiate tante volte le sigle e si dica che il comunismo è finito, la semina fatta dal ’45 in poi ha dato i suoi frutti e quei frutti, ancora, in un certo senso, creano l’Italia delle patologie

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Può dirci qualcosa della sua storia? Sappiamo che lei è stato per dodici anni in un gulag.

    Sono stato arrestato quattro volte. Sono stato in un ospedale psichiatrico, poi ai lavori forzati e sono stato persino oggetto di scambio con il capo dei comunisti cileni Corvalan.

    Ho letto che lei ritiene che il gulag non sia morto, ma che in qualche modo possiamo parlare di un gulag “nascosto” in Europa…

    Sì, il gulag non è soltanto un campo

  • Il mio saluto al presidente Francesco Amato è di carattere personale, con qualche riferimento all’attività che ci accomuna, non avendo io gli strumenti tecnici e professionali per dare valutazioni di carattere estetico al suo libro Appena ieri.

  • Parlare di politica è il modo con cui il discorso occidentale ha da sempre tentato di rappresentare la politica come luogo della parola, per regolare la relazione e gestire  la differenza. Già con Platone, lo scopo della politica è di assicurare la riproduzione della specie, come scrive Carlo Sini nel suo libro La libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali), a partire dall’idea della morte. Per questo essa può qualificarsi come politica dell’incesto, perché volta a regolamentare il fare, la produzione, la sessualità con i criteri del proibito e del prescritto, dell’ammesso

  • Grazie al presidente del Circolo Kairòs che ha avuto la bella idea di organizzare questa serata con un ospite molto importante, che ha dimostrato, in molti passaggi della sua vita e della sua attività professionale, di andare contro corrente e di essere in grado sempre e comunque di dire il suo pensiero sulla realtà delle cose. Questa modalità, trasposta in un settore quale quello della giustizia in Italia, gli ha anche creato non pochi problemi.

  • Felice Accame parla fin dalla prima pagina del suo libro della funzione ideologica di ogni teoria della conoscenza. Questo mi ha molto interessato e mi ha dato da riflettere sul ruolo assunto da coloro che Accame chiama “stregoni” nella costruzione e nell’esercizio del Potere.

    Di ciò parla il libro, un libro in cui la tensione politica è fortissima; tutt’altro che neutrale, asettico, questo studio è dettato da un’urgenza politica, con qualche punta di rabbia.

  • Voglio complimentarmi con gli amici dell’Associazione “Il secondo rinascimento” di Bologna, perché hanno offerto un’occasione di altissimo livello culturale. Mi piace, intanto, ricordare di aver partecipato fin dall’inizio (metà anni sessanta) agli incontri di Silvio Ceccato con il gruppo di “didattica operativa” di Bologna, presso la sede della casa editrice La Nuova Italia. Ho letto, con vivo interesse, il libro di Felice Accade La funzione ideologica delle teorie della conoscenza (Spirali) e mi è piaciuto moltissimo; è ricco di mille provocazioni, addirittura c’

  • Il filosofo Platone dedica il Libro X della Repubblica alla poesia come arte della mimesi, al pari della pittura, e mette in guardia Glaucone dai pericoli e dalle insidie che l’imitazione rappresenta per il bene della repubblica. Innanzi tutto, dice, essa ci fa credere per vere cose che sono solo apparenze; in secondo luogo, fa passare per esperto chi fabbrica tali apparenze – il pittore o il poeta –, mentre il vero competente è soltanto chi fabbrica gli oggetti reali di tali apparenze sotto la guida di chi li usa; in terzo luogo, il poeta, dando risalto alle passioni, incoraggia

  • Sono molto contento di essere qui con voi per parlare della modernità, di questo momento cervantesco che chiamo formidabile. Stiamo vivendo il rinascimento – “rinascere”, come sapete, vuol dire nascere di nuovo – e siamo coscienti di questo rinascimento, di questo rinascimento cervantesco, soprattutto nel mondo della filosofia, della scienza, del teatro, per questo chiamo questo momento formidabile. Formidabile ha molti significati, in italiano credo voglia dire “molto bello”, gli americani invece hanno la tendenza a sottolineare l’aspetto della quantità più che della