Comunicazione

  • Ringrazio gli organizzatori di questo incontro di Bologna, che segue a una prima serie di presentazioni del mio libro Il viaggio dell’avvenire in diverse città, in cui ritenevo fosse esaurita l’attenzione del pubblico. Non credevo che potesse avere un tale successo. È curioso che impiego tanto tempo per scrivere un libro per gli studenti e, invece, da una conversazione tra amici in due giornate nasce un libro così che subito trova un pubblico molto vasto e addirittura un nuovo interesse dopo i fatti di Genova.

  • La lettura di un libro rimanda sempre ad altri già letti. Nel libro di Marco Maiocchi, Il bel programma. Percezione, struttura e comunicazione, che ho appena letto per l’occasione di questo interessante Convegno, si ritrovano i tanti personaggi, artisti e poeti che ho avuto modo di incontrare personalmente (alcuni) o conoscere attraverso la lettura di altri libri (molti).

    La lettura di un libro è sempre, in qualche modo, la ri-lettura di tutti i libri già letti e la re-visione di tanti incontri. Così è stato, ancora una volta per il “Bel

  • Il titolo di questo convegno “Internet, il museo planetario” (4 dicembre 2001; VI convegno organizzato dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna e dall’Accademia di Belle Arti di Bologna), si compone di tre parole chiave, che non sono ancora state completamente esplorate nei loro potenziali significati. Internet è una realtà molto vecchia; dal punto di vista tecnologico nasce nel 1957, ma come fenomeno di mercato e di costume è molto più recente, nasce nel 1994, quando i browser, cioè gli strumenti che ci permettono di accedere a Internet, non richiedono più specifiche competenze

  • Intervista di Anna Spadafora

    Cosa differenzia questo nuovo mestiere, il brainworker della comunicazione in Internet, da quello di altri addetti alla comunicazione?

  • Due elementi segnano i confini del mio intervento a questo dibattito, in occasione della pubblicazione del libro di Marco Maiocchi, Il bel programma. Percezione, struttura e comunicazione: una data, che forse verrà ricordata come la vera data di fine del XX secolo o, peggio, d’inizio del terzo millennio, e un libro, un ampio discorso sulla comunicazione e sul concetto di documento.

  • Tra le molte opere di cui Marco Maiocchi è autore, vi è un libro edito da Franco Angeli sulla programmazione strutturata. L’ho letto circa quindici anni fa quando, nell’ambito della programmazione, c’è stata una svolta straordinaria con il linguaggio Pascal, che ha introdotto un nuovo modo, un nuovo stile nella scrittura dei programmi, chiamata proprio “Programmazione Strutturata”. Questo stile sottolineava l’esigenza del rigore sia nella sintassi sia nella formalizzazione. Ma non basta la programmazione strutturata per concludere al Bel Programma.

  • La parola è originaria, con la sua difficoltà e la sua semplicità. La parola è originaria, quindi, non c’è chi possa padroneggiarla. La parola facile non esiste, non è mai esistita, né mai esisterà. Chi non parla oggi, chi accetta un compromesso oggi, in vista di un posto garantito da cui parlare sia facile domani, si fa suddito, soggetto della mortificazione, della pena come minimo comune ultimo male necessario.

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Lungi dall’essere un’entità immutabile, l’impresa di ciascuno si trova in una trasformazione incessante, quasi in un viaggio di cui temiamo di perdere la direzione. Quale cervello, quale dispositivo per questo viaggio?

     

    Occorre che in nessun modo e in nessun istante noi siamo tratti dall’indifferenza che è la suprema forma d’euforia, quella che preclude il viaggio stesso. Con l’euforia noi siamo, non facciamo, non viaggiamo. Con l’euforia siamo oltre il

  • Vorrei portare il saluto della Provincia di Bologna a questo incontro con Padre Busa e lascio ai relatori il compito di entrare nel merito delle questioni di informatica affrontate nei suoi libri.
    Un po’ di tempo fa, c’era un detto: “Se i cittadini non si occupano di politica, sarà la politica a occuparsi dei cittadini”. Seguendo questo detto, io mi sono occupato di politica. La stessa cosa si può dire oggi dell’informatica: anche se qualcuno non vuole occuparsene, l’informatica si occupa di lui. Con questo, vi ringrazio per l’opportunità di dibattito offerta con questo incontro e vi

  • L’informatica oggi è come un torrente di montagna in piena. Per capirci qualcosa, permettetemi di usare la tattica che usavamo da ragazzi appunto in montagna per guadare i torrenti, saltando da un sasso all’altro, con i pantaloni “alla zumpa fossi”, come direbbero a Napoli.

    Incomincio così: immaginate il giorno in cui esistesse un programma di computer che permettesse di archiviare automaticamente, mese per mese, i documenti di un ufficio, assegnando a ciascun documento le appropriate parole chiave. Certamente, quel giorno segnerebbe un altro