Comunicazione

  • Tra gli aspetti che ho apprezzato maggiormente nel libro di Lucien Sfez, Tecnica e ideologia (Spirali), anche se per l’autore sono connotati negativamente, c’è la considerazione che le tecnologie traggono con sé un immaginario a “bassa intensità”, che non riesce a diventare ideologia, ossia a raggiungere un livello simbolico avanzato – come nella mitologia, nelle religioni e, in molti casi, nella politica di epoche precedenti –, ma rimane in una sorta di doppio legame: da una parte, c’è una sorta di “tecnoutopia in progress”, le tecnologie si vendono prevalentemente all’interno di

  • L’esigenza di rappresentare, di metaforizzare attraverso un linguaggio differente una situazione, un vissuto o un’impressione è sempre esistita. In musica è quel che è chiamato “a programma”. Nelle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, per esempio, c’è il progetto di rappresentare, di evocare una certa situazione paesaggistica. Nel caso dell’acusmetria, l’intenzione non è più quella di rimandare a una dimensione sensoriale complessa in cui l’uomo è il soggetto che percepisce un ambiente articolato – alberi, fiumi, uccelli, mare e così via – ma, come nei casi descritti da Marco

  • Un grande medico francese diceva che la salute è il silenzio degli organi. Per tutta la vita cerchiamo una cosa: che gli organi tacciano. Dopo una malattia, non vogliamo più ascoltare il nostro corpo. Attraverso il corpo, la malattia ci fa entrare progressivamente in un contesto esclusivamente sociale – con il medico, con le medicine, con la sanità – e, quando moriamo, il nostro corpo è completamente inquadrato nella società. Dunque, nonostante le credenze dell’ideologia individualistica, il corpo non ci appartiene. Il giurista e psicanalista Pierre Legendre diceva che il corpo appartiene

  • Intervista di Angela Sforza

    Quali sono i servizi che offre Gualtieri Isabella s.r.l. e a quali clienti si rivolge? 

  • Premetto di essere in una situazione curiosa perché sento di essere seduta sulla sedia sbagliata. Mi spiego. Conosco Marco Maiocchi da tanto tempo, faccio il consulente di comunicazione e ho incontrato uno degli autori di Archestesie in percorsi di ricerca che mi portavano a sperimentare e curiosare già da tempo su certe corrispondenze o relazioni, come le chiama lui. Però vorrei mi consentiste un piccolo atto d’indisciplina. Nella vita si finisce per fare un mestiere ma si era cominciato facendo altro. Io sono un mancato architetto, una cantante mancata e, probabilmente, anche una

  • Il mio discorso, breve, relativo al libro di Marco Maiocchi, Archestesie, ha cinque livelli. Il più basso è che sono stato presente nel libro come mangiatore di tartufo, e sono contento di averlo fatto.

    Il secondo è quello del gioco che condividiamo con Maiocchi e gli altri amici coautori del libro, e che è una scelta epistemologica. Il gioco è il luogo in cui si fanno le cose che altrove non si fanno, e quando si fanno le cose nel gioco si scoprono realtà impreviste.

    Questi sono i primi due livelli del discorso che nasce dal libro, ma ce ne sono altri, con cui entriamo

  • intervista di Anna Spadafora

    Il libro di Marco Maiocchi Archestesie esplora le opportunità di un’esperienza estetica, per dir così, globale, in cui l’architettura, la musica, la poesia e le arti visive s’intersecano per offrire effetti inediti e inusuali. In che modo lei riscontra, nella sua attività di imprenditore edile e nella sua ricerca in architettura, l’importanza della bellezza, specialmente oggi, in un’era in cui la comunicazione si avvale di strumenti di vario tipo e anche l’ambiente comunica?

  • Il termine archestesie è stato da noi, autori di Archestesie, inventato in seguito a sperimentazioni e applicazioni delle teorie sviluppate presso il Politecnico di Milano, nei laboratori e nei corsi di cui siamo stati incaricati dal 1999.

    Il primo fenomeno che ci ha portato a occuparci in modo così approfondito delle relazioni tra i sensi e, poi, delle relazioni in sé, è stato il fenomeno dell’acusmetria. Quindi, l’archestesia è una conseguenza allargata, per dir così, dell’invenzione dell’acusmetria, anche se restano ambiti distinti. Se facciamo un test su che

  • È per me un grande piacere darvi il benvenuto all’interno della sede della Provincia di Bologna. Desidero ringraziare Sergio Dalla Val e i componenti della sua Associazione.

    È solo la prima volta che ci incontriamo dall’inizio del mandato, ma sono certa sarà questa una delle tante e significative in cui poter condividere un desiderio comune: diffondere la cultura sul territorio. È per noi particolarmente importante promuovere questo concetto a partire dalle Istituzioni, ed è altrettanto prezioso, in questo settore, ciò che tante Associazioni, gratuitamente e con grande passione,

  • L’idea di fondo di Archestesie (Spirali, 2005) nasce da diverse esperienze che derivano, come Sergio Dalla Val ha indicato, da molteplici traiettorie di conoscenze che percorrono le esperienze di noi tre autori. Ettore Lariani è architetto. Francesco Rampichini è musicista e compositore e, quindi, per forza un po’ matematico, e io vengo dalle tecnologie, dall’informatica.

    Molti elementi del testo derivano da un approccio neo-strutturalista, di ricerca di relazioni e strutture all’interno degli artefatti comunicativi, senza pretendere, come lo strutturalista potrebbe