Donne e impresa

  • Com’era bello sentire il suo profumo, toccare i tessuti odorosi di sole, che venivano da un’altra terra, da un altro cielo, da un altro vento. Eccola la sua Brenda, sorridente e felice. Una felicità diversa da quella spensierata degli altri bambini ospiti del piccolo orfanotrofio. Erano già due anni che Serena non la vedeva. Com’era cresciuta. Oggi ha nove anni Brenda. È un miracolo che sia ancora viva e che possa leggere, scrivere e sognare. Brenda è malata di Aids. È nata con questa malattia e i medici non le davano che pochi anni di vita. L’ultima volta che Serena era partita dall’

  • I disturbi uditivi sono più diffusi di quanto non si creda e oltre il 10 per cento della popolazione risente della perdita parziale o totale dell’udito in uno o in entrambi gli orecchi. È molto importante una precisa valutazione audiologica, ma non mancano i pregiudizi…
    Fra i disagi che comporta la sordità c’è la tendenza all’isolamento. La persona che ha problemi di udito si isola in un proprio mondo per timore di manifestare la sua insicurezza, tanto più accentuata se l’età è avanzata. Chi si rivolge al nostro centro ha già fatto la cosa più difficile: ha ammesso il disturbo e

  • Sono circa 380.000 in Italia le persone affette da celiachia (intolleranza permanente al glutine) e solo 57.000 quelle a cui è stata diagnosticata. Ma l’universo delle intolleranze alimentari è ben più vasto, tanto da sollecitare un nuovo approccio al tema dell’alimentazione. Da alcuni anni a Bologna, lei ha affrontato la problematica nel Ristorante Pizzeria Due Lune, che dirige con il marito, Domenico Matteucci. Com’è nata l’attenzione a questo tema?

  • È noto come l’Italia dedichi grande attenzione alla materia, non è un caso che l’artigianato abbia trovato una sua qualificazione nel Bel paese all’ombra di mirabili monumenti, nelle antiche botteghe rinascimentali che fanno parte del nostro patrimonio culturale. Dal 1989, la galleria Victim Design ricerca e seleziona le produzioni di arte e design maggiormente rappresentative dagli anni 1950 a oggi. Qual è l’aspetto del design in cui investe maggiormente?

  • O la borsa o la vita? La borsa, la vita. Con la borsa che non si oppone alla vita, perché non è un sacco ma figura dell’apertura, come si quotano gli umani? Con quali forze, con quali denari, con quali titoli? Come si qualificano, si valorizzano, si cifrano le cose? Prendere quota, a bassa quota, la quota parte. Con la borsa della vita importa la quotazione di ciascuno, anziché il prezzo di ogni uomo. Altrimenti la quota diventa algebrica, risulta quoziente, frutto di una divisione algebrica, di un frazionamento.

  • Per l’istanza della cultura e dell’arte, con il rinascimento, le donne entrano in scena. La cultura come invenzione e l’arte come variazione comportano la questione donna come questione di un altro funzionamento della parola, quindi, come questione dell’irruzione del nuovo. Lungo la via della cultura e dell’arte, le donne si sottraggono allo stereotipo di costituire un insieme indifferenziato, tranne per i ruoli alternativi della madre e della figlia o della strega e della santa, e intraprendono un percorso e un cammino verso la qualificazione della vita.

  • In che modo la questione donna può dare un contributo a ciascuno per divenire caso di cifra? La donna o le donne in quanto tali non esistono, anche se c’è sempre stato in ogni epoca il tentativo di rappresentare come nemico o di sopprimere chi non si adeguava ai canoni del conformismo, con la lapidazione, con l’uccisione fra le mura domestiche o, in passato, con la monacazione forzata. 
    D’altra parte, come potrebbe divenire caso di qualità chi si situa fra le donne o rappresenta nelle donne la differenza e l’Altro? Assegnare a qualcuno, magari a se stesso, la differenza vale a

  • Inizialmente pensavo di dare solo un saluto in qualità di Presidente della Delegazione Emilia Romagna dell’AIDDA, poi però sono stata sollecitata da Anna Spadafora a dare una testimonianza sul tema Le donne, l’impresa e il mito della madre. Allora mi sono chiesta: in che modo nell’esperienza delle donne imprenditrici è riscontrabile il mito della madre? Premetto che non credo nella contrapposizione fra uomini e donne, altrimenti passiamo dalla lotta di classe alla guerra di genere. Per questo, ritengo che sia opportuno pensare a ciò che può dare il mito della madre all’impresa,

  • Nella ricerca per il libro che sto scrivendo, dal titolo Oltre le mura del silenzio, intorno ai monasteri femminili nell’area reggiana e modenese, mi hanno colpito la quantità di monasteri femminili, di gran lunga superiori a quelli maschili, l’importanza strategica, politica e sociale di alcuni di loro, l’importanza economica e la vastità di proprietà terriere di taluni. Il monastero risulta non solo un’istituzione radicata nel contesto politico e socio-economico del territorio, ma luogo di formazione, produzione e scambio al di là dei vincoli della clausura che ne imponevano

  • La Fondazione “Pasquale Valerio per la Storia delle Donne”, che vuole riconsegnare alla storia la presenza viva e significativa delle donne, ha elaborato il progetto internazionale Le donne e i Luoghi della Memoria, al fine di dare visibilità agli istituti religiosi (monasteri, conventi, educandati, conservatori, ospizi) che hanno accolto le donne e che le stesse donne hanno resi vivi, animandoli di colorate esperienze umane. La ricerca ha visto coinvolte le città di Salamanca, L’Avana e Napoli.