Made in Italy

  • Nata nel 1893, la Banca Popolare di San Felice sul Panaro, nonostante le dimensioni di piccola banca locale, si posiziona al centoventottesimo posto del ranking delle prime cinquecento banche italiane con riferimento al totale dell’attivo e ha un avvenire di ulteriore crescita che non si registra neppure nei grandi gruppi bancari italiani…

  • In quasi trent’anni di attività nel campo dell’automazione industriale e dei sistemi elettronici di controllo, la S.C.E. ha prodotto oltre 700.000 apparati destinati a equipaggiare macchine e sistemi in molti comparti industriali. Inoltre, è oggi il secondo produttore nazionale di PC industriali, e ha stabilito una partnership di tipo tecnologico e produttivo con varie aziende nel mondo. Qual è la leva principale del vostro sviluppo?

    Anche in momenti di grande cambiamento, di allargamento della competizione e d’incessanti trasformazioni nei prodotti e negli scenari, la

  • Da oltre trent’anni, le Officine Lala sono specializzate nella lavorazione conto terzi della lamiera, con un target di imprese medie e grandi che costruiscono impianti nei più svariati settori, fra cui l’alimentare, il biomedicale, l’edile e il ceramico. Due anni fa, l’incertezza nel vostro settore era tale che molte aziende hanno chiuso, non riuscendo a sostenere gli aumenti repentini del costo della materia prima. Ma la vostra politica è sempre stata quella di rivolgervi ai mercati in via di sviluppo, come quello navale, negli ultimi anni. Con quali risultati?

    Per cercare

  • In un recente convegno all’APMI di Modena, lo Studio F&M è intervenuto sul tema della tutela del marchio e del design come indicatori dell’eccellenza dell’impresa italiana…

  • La Kaptor Light detiene il brevetto mondiale su cui si basa lo sviluppo di un nuovo sistema per il fotovoltaico, capace di raddoppiare il rendimento degli attuali pannelli oggi sul mercato. Può dirci qualcosa a questo proposito?

  • Nell’ultimo decennio gli scenari economici e industriali sono notevolmente mutati, a causa dell’avvento della globalizzazione e dell’ingresso nel mercato mondiale dei paesi emergenti, la cui produzione ha progressivamente incrinato le certezze delle imprese, non solo nel nostro paese, ma in tutto il vecchio continente. Probabilmente, l’Italia, ormai da decenni orientata al contoterzismo, ha subito in misura più drammatica il confronto con le realtà del sud-est asiatico, confronto incentrato su una concorrenza in un certo qual modo sleale.

  • Modena e la sua provincia sono note in tutto il mondo per l’aceto balsamico, frutto di un’antichissima tradizione e prodotto tipico riconosciuto da marchi di qualità, che lo salvaguardano dalle imitazioni. In che modo i marchi, le D.O.P. e I.G.P. sono strumenti di tutela efficaci nel settore agro-alimentare, dove la tipicità di un prodotto rappresenta in molta parte la sua stessa forza commerciale?

    L’interesse del produttore a salvaguardare il suo prodotto dalle contraffazioni è essenziale in ogni settore. Nel mondo dell’agro-alimantare la

  • La Pasticceria Gollini di Vignola è nota in Italia e nel mondo per la Torta Barozzi, un dolce ormai diventato un classico della cucina italiana. Com’è nata questa “torta nera” che oggi compie cent’anni?

    Eugenio Gollini, il mio bisnonno, che aveva fatto della pasticceria l’arte della sua vita e amava dare ai suoi dolci “architetture” complesse, un giorno decise di lanciarsi nell’invenzione di una torta diversa dalle solite, qualcosa di veramente speciale. Provava e riprovava questa “torta nera” e ogni giorno apportava una piccola modifica,

  • L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena vanta una tradizione antica e prestigiosa che risale all’impero romano. In un documento del 1096, il De Vita Matildis, il Monaco Donizone parla di questo aceto tanto lodato che aveva conquistato il re Enrico II di Sassonia, futuro imperatore. L’esistenza di questo prodotto così particolare è attestata in altri frammenti di diverse epoche, ma significativa è la testimonianza del conte Giorgio Gallesio, studioso di agricoltura e arboricoltura, che nel 1839 scrisse una decina di pagine sulla produzione di uve e aceti nel

  • Chi sono, che cosa faccio e, soprattutto, che cosa vorrei fare? È una bella domanda. Come imprenditore, sono un sopravvissuto che ha iniziato a ventidue anni, nel 1961, quando bastava fare per riuscire e il mercato c’era per tutti.

    Quindi, la mia è una storia che accomuna tanta gente che ha intrapreso, non importa a quale livello e in quale settore. E quelle che abbiamo sentito in questo convegno sono tutte storie di successo, che però, se hanno avuto questa fortuna, in modo inversamente proporzionale, oggi si confrontano con l’impegno di capire