Politica

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Nel suo intervento al forum mondiale di cifrematica La tolleranza nel terzo millennio. L’Altro, il tempo, la differenza (Villa San Carlo Borromeo, Milano Senago, 10-12 giugno 2005), lei ha parlato di tolleranza e politica, tolleranza e cultura, tolleranza e anziani, ma non ha parlato di tolleranza e industria.

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Può raccontarci della sua esperienza nel volontariato internazionale?

    Lavoro per Hadassah (termine che deriva dal nome ebreo della Regina Esther), un’organizzazione internazionale che supporta molti progetti, tra cui gli ospedali di Hadassah a Gerusalemme. Spesso parlo del lavoro dell’ospedale, divenuto molto famoso durante l’Intifada perché rappresentava un simbolo mondiale di uguaglianza in un momento storico molto difficile. Fu anche nominato per il premio Nobel per la Pace.

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    La prima domanda riguarda la parola mind (“mente”, in italiano): lei ha affermato che nella lingua inglese, fino al XVI secolo, c’era solo il verbo (to mind, in italiano: “avere intenzione”). Perché?

    Il termine “mente” è nato come nome per sostituire la parola “anima”. Prima esisteva in latino con l’originario significato legato a “intenzione”. Oggi si usa l’espressione “La mia mente mi dice”, ma la mente non dice assolutamente nulla! Noi diciamo a noi stessi!

    Se il paziente ha una malattia nel cervello, per esempio un tumore,

  • Shen Dali

    intervista di Sergio Dalla Val

    Nei tre libri Marc Chagall e Antonio Vangelli, Henri Matisse e Alfonso Frasnedi, Pierre-Auguste Renoir e Grigorij Zejtlin (Spirali edizioni, collana “L’arca. Pittura e scrittura”), scritti insieme a Dong Chun, lei legge le opere di questi artisti confrontandoli a due a due. Non tenta una storia dell’arte ma un confronto tra la pittura europea e la poesia cinese, una combinazione inaspettata.

  • Archestesie è un libro molto stimolante: contiene una notevole quantità di temi, sollevati e indagati dagli autori con spirito libero. Scorrendo le sue pagine, mi è venuto in mente il grande affresco archestetico di uno dei massimi pensatori del ventesimo secolo, Stanley Kubrick, in un celebre film, Arancia Meccanica, costruito su sinestesie, anzi, su sinestesie immaginate in relazioni ancora più complesse: archestesie appunto. Quest’opera fantasociale è una riflessione sul condizionamento e il controllo degli individui da parte di un Potere che, volendo rinunciare alle

  • È per me un grande piacere darvi il benvenuto all’interno della sede della Provincia di Bologna. Desidero ringraziare Sergio Dalla Val e i componenti della sua Associazione.

    È solo la prima volta che ci incontriamo dall’inizio del mandato, ma sono certa sarà questa una delle tante e significative in cui poter condividere un desiderio comune: diffondere la cultura sul territorio. È per noi particolarmente importante promuovere questo concetto a partire dalle Istituzioni, ed è altrettanto prezioso, in questo settore, ciò che tante Associazioni, gratuitamente e con grande passione,

  • Sono particolarmente lieto di essere a Modena, in un’area del paese nota a tutti gli italiani e non solo per la grande capacità di creare ricchezza e prodotti, per la sua grande vitalità. Ho amici importanti in questa zona, primo fra tutti, il presidente della Ferrari, Montezemolo, quindi, oggi è rinnovato il piacere di trovarmi qui.

  • “Una fascia boscata per ‘difendere’ il paese dalle emissioni della zona industriale”: cosa può dirci intorno a questa sua affermazione?

    Troppo spesso vediamo sul territorio zone industriali o impianti produttivi avvicinarsi pericolosamente a paesi e frazioni; si tratta di situazioni infelici, spesso figlie di un passato in cui la sensibilità per i temi ambientali e del buon costruire non erano consolidate come oggigiorno.

  • Sono molto onorato di ricevere questo riconoscimento dell’Università di Bologna, perché questa è un’istituzione importante, una delle più vecchie università, dove però la gente è sempre giovane, per questo l’università contribuisce a mantenere giovane la città. Apprezzo l’università nei paesi democratici per due ragioni in particolare. La scuola superiore insegna ai ragazzi a dare risposte, l’università insegna loro a fare domande, insegna loro a porre questioni. E c’è un’età in cui occorre fare domande piuttosto che dare risposte. Se non avete la risposta non rispondete

  • In un’impresa come la multiutility AIMAG, con una forte matrice pubblica, l’etica interviene in modo particolarmente accentuato.