Arte

  • La popolarità di Schumann nelle sale da concerto è fuori discussione, ma non altrettanto si può dire della sua bibliografia. In Italia, il vecchio volume di Valabrega è stato a lungo il massimo punto di riferimento. In seguito, Ricordi ha pubblicato un volumetto che accomuna Schumann a Mendelssohn e a Liszt, poi Mursia ha dedicato al maestro una buona monografia e, non più di due anni fa, L’epos di Palermo ha pubblicato un’esegesi di Kreisleriana. Dunque, possiamo dire che Robert Schumann e i tredici giorni prima del manicomio era un libro necessario, anche se un po’

  • Il mio interesse per Schumann risale all’incirca a vent’anni fa, all’epoca in cui mi sono imbattuto nelle stesse cose che sono state evocate in questo dibattito, a proposito della sua vita: si parlava di sifilide, di depressione, di melanconia.

  • La lettura del libro di Uwe Peters, Robert Schumann e i tredici giorni prima del manicomio (Spirali), è avvincente e piacevole. Si tratta infatti di un testo ben documentato sul piano biografico e molto interessante per l’attenzione dedicata alle lettere ed ai diari dei vari protagonisti, dato che all’epoca di Schumann si scriveva molto e Robert e Clara, come molti loro contemporanei, hanno tenuto un diario per tutta la vita.

  • L’arte di Viviana Nicodemo non è fondata sul ricordo, sull’identità o sull’idea agente. Nelle fotografie raccolte in questo libro La necessità dell’anatomia, l’arte trova la sua condizione con l’assoluto, l’opera non si lascia padroneggiare né codificare né dall’autore, né dal pubblico. Impossibile farne la critica, tanto meno partendo dalla conoscenza dell’artista. Sfogliando, e continuando a sfogliare, questo libro di fotografie colpisce perché è spaesante e impertinente. È impossibile smetterne la lettura.

  • Villa Aretusi, una delle più belle ville bolognesi del ‘600 e storica dimora del pittore bolognese Cesare Aretusi, dopo un lungo periodo di abbandono in seguito ai bombardamenti dell’ultima guerra, torna oggi agli antichi splendori, grazie alla fedele ricostruzione che ne ha fatto la famiglia Caselli, in accordo con le direttive della sovrintendenza. Elisa Caselli, lei che ha assunto la direzione della Villa in tutti i suoi aspetti, vuole raccontarci questa bella storia?

  • Shen Dali

    In Cina, la maggior parte della gente, a parte i pittori, è molto poco sensibile all’arte astratta. Nella grande mostra dell’arte italiana organizzata a Chongqing dal Museo del secondo rinascimento, gli spettatori ripetevano: “Quest’arte è difficile da capire, però c’interessa molto”. Ho letto e riletto le opere di Antonio Vacca e alla fine ho capito che la sua arte astratta è un’arte concreta, perché riflette la tensione che regna nel mondo. La tensione è un fenomeno generale, c’è tensione dappertutto. Oggi c’è la tensione in Georgia, in Afghanistan, e certamente in Iraq. In Cina c’è la

  • L’incontro

    L’anno scorso, vedendo per la prima volta queste fotografie, ho subito sentito che si trattava di uno studio sul dolore. Un dolore che viene visitato nei suoi luoghi più impervi, un dolore estraneo a ogni effetto sentimentale. Più che comporre uno stato d’animo, irrompe nella luce, nella posizione dei corpi, negli spigoli dei muri. È un’energia inquieta che non entra mai in contatto con il patetico, non cerca la soluzione facile del viso triste o dell’espressione malinconica. Entra in contatto, semmai, con l’incompiuto.

    L’incompiuto

  • Guardare: dall’antico tedesco Wordon, “stare in guardia”. E in effetti chi guarda, in attesa dello scatto fotografico, dev’essere vigile. Deve custodire il suo tesoro con l’attenzione di una sentinella, deve scrutare il vicino e il lontano, la porta d’ingresso e l’orizzonte. Holderlin definiva la poesia “un’intimità della distanza”. Diceva che scrivere versi non significa gettarsi nel fuoco, come Empedocle nell’Etna, ma mantenere la voce nitida e partecipe nel medesimo tempo. Lo stesso, credo, per chi scatta una fotografia. Intimità e distanza. Superare la semplice tecnica ma

  • Durante il Festival della modernità La libertà (Villa san Carlo Borromeo, Milano Senago, 29 maggio-1° giugno 2008), lei ha tenuto un concerto applauditissimo con musiche di Felix Mendelssohn, Franz Liszt e Dmitrij Kabalevskij. Non capita spesso sentirla suonare in una cornice così inusuale...

    Il mio primo viaggio all’estero è stato in Italia, per un concorso di pianoforte a Pinerolo. Per me è sempre un piacere venire in Italia. Il pubblico è sempre molto generoso e adora Liszt, come me. Liszt è il mio compositore preferito.

    Lei vive e si è formata a Parigi

  • Il libro La necessità dell’anatomia (Spirali) raccoglie, oltre alle fotografie di Viviana Nicodemo, un poemetto di Mariella De Santis, brevi commenti poetici di Tullio De Rui e una micro antologia di Milo De Angelis, che parte da Somiglianze, il suo primo libro, e passa per altri testi, fino al recente Tema dell’addio del 2005.