Cifrematica

  • La rivista “La cifrematica” (Spirali) è uno strumento indispensabile per dissipare i pregiudizi su cui si regge il conformismo sociale. E ogni rappresentazione del disagio e dell’inquietudine si basa sul conformismo sociale. La cifrematica constata che la vita procede secondo l’inconscio. È una constatazione che fa già Freud ed è ciò che lo qualifica scrittore, romanziere e artista. La vita procede dalla contraddizione, per via di lapsus, di sbadataggini e attraverso le sorprese del sogno. In questa accezione, la vita ha una struttura narrativa: non possiamo ordinarla, sistemarla,

  • La collana “La cifrematica” (Spirali) è giunta al quinto numero. Il suo titolo La nostra psicanalisi, illustra quale sia la psicanalisi nella cui esperienza noi facciamo. Qui, noi è indice dell’infinito. È la psicanalisi scientifica, in cui noi non siamo tutti, non siamo soli, non siamo malati, non dobbiamo guarire, ma noi facciamo. E, anzitutto, questa psicanalisi è senza pazienti.

  • Il libro di Giancarlo Comeri Medicina di vita (Spirali) è una narrazione straordinaria, è la novella di una medicina autentica e scientifica. Medicina come ricerca, come arte, come esperienza. In questo senso, medicina come scienza, in quanto ricerca, esperienza, battaglia di parola, non come scientismo, che ha trasformato molto spesso la medicina in un discorso, nel discorso medico, che poggia su alcune caratteristiche ben delineate da questo libro.

  • Con la ricerca pubblicata nel libro Robert Schumann e i tredici giorni prima del manicomio (Spirali), Uwe Peters apre un dibattito attuale e intrigante attorno alla figura del grande compositore e musicista. Sono molte le versioni intorno alla vita di questo artista: c’è chi lo descrive come una specie di demonio e chi lo considera completamente pazzo. La sua vicenda ha fatto discutere molto e ha prodotto giudizi morali, condanne e pettegolezzi. Ma che cos’è accaduto veramente a Robert Schumann?

  • Quando, a metà degli anni novanta, con Vittorio Volterra presentammo a Bologna il libro del grande psichiatra e psicanalista francese Jean Oury, Creazione e schizofrenia (Spirali), posi la questione se e quando sarebbe venuto il tempo di una psichiatria scientifica, una psichiatria non ideologica, non farmacologica, non neurologica, non fenomenologica. Una psichiatria che non voglia eliminare la psicanalisi, ma non si camuffi da psicanalisi. Una psichiatria scientifica perché tiene conto della scienza della parola, non dei postulati della scienza del discorso che, da Aristotele a

  • Oggi, la ricerca e la pratica mediche costituiscono nel pianeta forse il settore dove più cadono confini e barriere religiose, nazionali e linguistiche nell’affrontare i problemi, nell’incontrarsi, nello scambiare acquisizioni e metodi e nel mantenere e perfezionare tecnologie e metodiche valide. Poche scienze come la medicina si reinventano in un percorso di ricerca che trae vantaggio dalle condizioni fornite dall’ambiente e dalla società, pur nella continuità dell’obiettivo più importante, la cura, individuando strumenti per metterla in atto nel modo migliore.

  • L’arte di Viviana Nicodemo non è fondata sul ricordo, sull’identità o sull’idea agente. Nelle fotografie raccolte in questo libro La necessità dell’anatomia, l’arte trova la sua condizione con l’assoluto, l’opera non si lascia padroneggiare né codificare né dall’autore, né dal pubblico. Impossibile farne la critica, tanto meno partendo dalla conoscenza dell’artista. Sfogliando, e continuando a sfogliare, questo libro di fotografie colpisce perché è spaesante e impertinente. È impossibile smetterne la lettura.

  • "La libertà consente di essere padrone della propria vita e di fare poco conto delle ricchezze”. Con questa formulazione, Platone inaugura la mitologia occidentale che identifica libertà e padronanza, in particolare sulla propria vita, come se questa fosse a disposizione. E già evidenzia lo slittamento di tale discorso verso l’eutanasia: perché la padronanza della propria vita non dovrebbe giungere al punto di costituirci padroni di concluderla quando decidiamo di farlo? Così, la libertà di vivere diventa libertà di morire, la libertà di assumere la morte con un colpo solo, magari inflitto

  • Che cosa c’è di più conosciuto, certo, immediato della propria vita? Chi non pensa di poterne parlare con cognizione, obiettività, sicurezza? Chi non ha pronta la ricetta per gestirla? “Voglio vivere la mia vita”, “Devo dare una svolta alla mia vita”, “Adesso la mia vita è nelle mie mani” sono frasi che, volendo sottoporre la vita all’autonomia, la pongono ancora una volta in balia del fantasma di padronanza, ancorché proprio. Ma che cosa comporterebbe prendere possesso e padronanza della vita? Privarla di quel che non può essere padroneggiato, l’apertura, la differenza, la novità, che

  • Se c’è qualcosa che contribuisce alla vita della città è il viaggio intellettuale proprio e dei propri cittadini. E il viaggio intellettuale è costituito dal percorso culturale e dal cammino artistico. Grazie al libro di Lorenzo Jurina, la città è in viaggio, come ciascuno di noi, come ciascuna cosa, persino i monumenti, gli edifici storici, nonostante si chiamino immobili. Tutt’altro che fermi, i monumenti sono testimonianza materiale di civiltà, “documento di se stessi”, come li definisce l’autore, ma, come per ciascun documento artistico o letterario, è la lettura a farlo vivere, una