Donne e impresa

  • intervista di Margherita Ferrari

    Cremonese d’origine, da dieci anni a Carpi, Laura Armanini si sente carpigiana a tutti gli effetti, vivere e lavorare in questo territorio le piace molto. Un aspetto solare, giovane, dinamica e sicura di sé, l’ho interpellata perché è alla guida di un progetto veramente ambizioso quale è la palestra Wellness Fitnesscenter di Rovereto. L’ho incontrata nel suo studio di Carpi, dove sono stata accolta con semplicità ed entusiasmo. Così Laura ci racconta:

  • Per intendere la maschera di cui io parlo, cerchiamo di capire quale differenza poniamo nel linguaggio comune tra faccia, volto e maschera. La faccia ha a che fare con la fisiognomica, eppure, quando interviene la metafora: “Ha perso la faccia”, “Che faccia tosta”, c’è un rimando non fisico, non fisiognomico, ma, in qualche modo, simbolico.

    A proposito del volto, si dice: “Ha mostrato il suo vero volto”. Perché, ci sono altri volti? Che rapporto c’è tra questi volti e il vero volto e quale economia intercorre in questa molteplicità di sembianze?

  • Intervista di Ornella Cucumazzi

    Noetica è un’impresa avviata con i fondi stanziati per l’imprenditoria femminile. Pensa che un’agevolazione sia sufficiente perché ci siano sempre più donne imprenditrici?

    Per quel che mi riguarda, ha contato per non rimandare. Ancor prima di sapere l’esito della richiesta, mi sono trasferita a Bologna, che, insieme a Perugia e ad Ancona, mi sembrava una città interessante per il prodotto che proponevo. C’è stata molta fortuna e un po’ d’incoscienza. Adesso, a distanza di quattro anni, penso che quando si ha l’entusiasmo di fare le cose

  • Intervista di Pasquale Petrocelli

    Può dare una breve testimonianza della sua attività d’imprenditrice?

    Ho incominciato a lavorare nell’impresa di famiglia quando ancora studiavo all’università. Mi sono laureata in Economia e commercio e da vent’anni mi occupo della contabilità di strutture per anziani, compresa la nostra, e credo che le mie due attività – di commercialista e d’imprenditrice – s’integrino, anziché escludersi a vicenda. E non è un caso che io sia anche consigliere dell’ANASTE (Associazione Nazionale delle Strutture per la Terza Età), che faccia parte

  • Intervista di Anna Spadafora

    Le riviste del settore arredamento hanno dedicato in questi mesi ampia attenzione a CASAÈ come progetto pilota in Italia di un nuovo modo di fare distribuzione di prodotti per la casa. In che cosa consiste? 

  • Intervista di Anna Spadafora

    Quando lei ha incominciato a lavorare non c’erano molte donne imprenditrici?

    Avevo diciotto anni e non mi prendevano molto sul serio: “La figlia del padrone”, dicevano, “entra in azienda. Figurati!”. E vedevo che anche le amiche, che erano inserite nelle aziende del padre o del marito o del fratello, avevano pochi riconoscimenti, lavoravano sempre nell’ombra. Adesso la situazione è cambiata, ma gli uomini comandano ancora, o per lo meno, pensano così.

    In che ruolo ha incominciato a lavorare?

  • intervista di Caterina Giannelli

    L’argomento di questo numero della rivista è “Le donne, l’impresa, la comunicazione”. A partire dalla sua esperienza, può dirci come si sono intrecciati questi tre aspetti? 

  • Quale direzione per il nostro viaggio, per il nostro itinerario? Qual è la via? E ancora, chi viaggia? Il viaggio di cui stiamo parlando è il viaggio intellettuale, è il viaggio della parola originaria. Non si tratta quindi del viaggio che gli umani vogliono o possono fare in giro per il mondo. Il viaggio della parola originaria è quello della parola che giunge a scriversi. Non nel senso della scrittura del giornale di bordo o del diario, ma scrittura dove le cose si dicono e si fanno, scrivendosi, giungono alla qualità, quella che la cifrematica chiama appunto la cifra. Il viaggio della

  • La parola sfugge agli umani, non può essere dominata, si staglia sul caos originario, sull’aria. Eppure, nel corso dei secoli, quante ideologie hanno tentato di dare fondamento alla parola e di stabilire che ci fosse qualcosa dietro o sotto! E chi, ciascun giorno, non cerca d’interpretare che cosa voglia dire o non dire la parola? Mentre, comunemente, la famiglia è intesa come il luogo in cui comprendersi, il sistema per difendersi dalla difficoltà della parola, nella cifrematica, la famiglia è traccia dell’interdizione linguistica. Nel dire c’è una traccia che impedisce al dire di

  • intervista di Anna Spadafora

    Lei ritiene che ci siano differenze in un’azienda, a seconda che sia gestita e diretta da una donna o da un uomo?