Cifrematica

  • La psicanalisi ha avuto in Europa un destino singolare. Come scrive Sergio Dalla Val nel suo libro In direzione della cifra. La scienza della parola, l’impresa, la clinica (Spirali), è stata avversata dal partito comunista e dalla chiesa. I comunisti erano contrari perché le nevrosi erano considerate il portato del capitalismo, sostenevano che in Russia i lavoratori non hanno nevrosi, sono talmente realizzati nel loro lavoro che non hanno nulla di cui curarsi, la nevrosi è un sintomo borghese.

    La chiesa vedeva nella psicanalisi una

  • Ho letto con piacere il libro di Sergio Dalla Val In direzione della cifra. La scienza della parola, l’impresa, la clinica (Spirali), soffermandomi in particolare su due capitoli che hanno qualche attinenza con le mie esperienze di manager, di consulente e di imprenditore, seppure in aziende di piccole dimensioni: un capitolo riguarda l’economia e la finanza e l’altro la figura di Niccolò Machiavelli, presentato nel libro come un brainworker, un capitano d’impresa secondo la cifrematica.

  • “Prima di tutto è necessario che si uniscano in coppie gli esseri che separatamente non sono in grado di sussistere, come la femmina e il maschio al fine della riproduzione […] e chi per natura comanda e chi obbedisce per poter sopravvivere”. Con queste parole Aristotele, nella Politica, trae un’equazione con due similitudini: omologa la coppia maschio-femmina con quella padrone-schiavo e giustifica queste coppie con un’esigenza di sopravvivenza, da cui dipende la necessità della riproduzione. E, più avanti, esplicita: “Il maschio è per natura più adatto al comando

  • “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto…”. Con i primi versi dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, nel rinascimento dell’Emilia Romagna e del pianeta, irrompono le donne e le audaci imprese nella scena civile, attuandosi così uno scarto dagli standard e dai canoni dell’epoca, in un momento di rilevanti trasformazioni nell’arte e nella cultura, nella produzione e nel commercio.

  • Le donne in quanto tali non esistono, salvo per chi le identifica con il genere femminile. Tuttavia, la paura della morte postula una presunta fonte dell’immortalità nella generazione e assegna la differenza alle donne come genere, una differenza che si tradurrebbe in inferiorità rispetto agli uomini. Nella Generazione degli animali Aristotele ritiene che l’organismo femminile sia imperfetto e debole rispetto a quello maschile, in quanto “l’animale femmina non è fisiologicamente in grado di portare a termine la cozione del sangue – e da qui le mestruazioni come dispersione –, che

  • Come pensare? Qual è l’apporto del pensiero al fare e alla sua scrittura? Come il pensiero opera perché le cose si rivolgano in direzione della qualità? “Tutte le grandi rivoluzioni della vita umana avvengono nel pensiero” afferma Lev Tolstoj, che oscilla tra profezia e ideologia quando prosegue: “Purché si produca un cambiamento nel modo di pensare, l’azione seguirà immancabilmente la direzione del pensiero, come una barca segue la direzione impressagli dal timoniere”. Agli inizi del Novecento, rilancia la questione il filosofo Bertrand Russell: “Gli uomini temono il pensiero più di

  • Per l’antropologia la scena è primaria, non originaria, è illuministica e illuminata: nel deserto, o nella foresta, un viandante, magari un guerriero, ne incontra un altro. Nel silenzio, una smorfia, poi un gesto, forse un dono: ecco lo scambio, l’alleanza, poi la parola. Più tardi, per la linguistica, la parola stessa diventa un elemento che un emittente sceglie di scambiare con un ricevente. Baratto, dono, vendita che sia, in questo modo lo scambio è sottoposto al soggetto, diventa il rapporto sociale. Quando scambiare? Con chi scambiare? In nome della parità sociale, il principio di

  • La cifrematica offre gli strumenti per indagare in quale stadio si trova il viaggio della vita e per constatare che ciascuna giornata è improntata alla costruzione, in direzione della qualità, se non c’è la preoccupazione per i principali spauracchi dell’umanità: la morte e la prigione. Facendo cose che si scrivono, avvalendosi della costruzione, non c’è più paura della morte e della prigione. Chi ha paura della fine, invece, si limita, fa cose accettate e accettabili, di cui non resta nulla, in omaggio alla comunità conformista.

  • La nostra epoca è sostanzialista. Ciascun elemento della vita, le difficoltà della giornata, le conversazioni con i colleghi, con i familiari, con gli amici, viene preso in modo sostanziale, ovverosia realistico, come se stesse fuori dalla parola. L’arte della parola, la qualità della conversazione, la vivacità linguistica sono divenuti valori desueti. Ogni cosa viene immaginata e affrontata come se partecipasse a un sistema. Così, anche il disagio, il sogno, i lapsus, le sbadataggini, ciò che sfugge alla linea, al cerchio, a un’idea standard della vita viene forzatamente rimesso dentro al

  • L’epoca dice che siamo in tempo di crisi, e ognuno non vede l’ora che la crisi finisca. Che ci sia la crisi sembra così autorizzare che si debba averne paura, perché – non sapendo come uscirne e quando la crisi finirà – occorre rassegnarsi alla crisi. Quello che non viene considerato da questa ideologia, che fa della crisi un male, una negatività, è che il termine crisi indica l’intervento del tempo in quel che si dice e in quel che si fa, intervento assolutamente incontrollabile, inarrestabile, irrimediabile. La crisi è irrimediabile. E il termine crisi – che in greco indica giudizio,