Scrittura

  • Se la colpa di un bosco

    è la sua ombra

    come non pensare che non sia

    naturale la storia

    che agglomera eserciti

    di sentimenti

    il diritto di esaminare

    ricordi difficili e affollati

    scorrendo lungo il profilo

    della folla

    quando si sgomenta il cuore

    (cattiveria del cuore

    grideranno gli uccelli)

    cattiveria ripeteranno i pozzi

    circondati da sassi e erbe illese

    Giungono gli attori

    con il colore della stessa giornata

    fra terra bruciata segni del tempo

    recitano la cattiveria

  • C’è aria di festa questa mattina alla redazione di “Tesori d’Italia”. Lara, la caporedattrice, esulta per la chiusura anticipata del sesto numero speciale nell’anno in corso. In cinque anni, con la sua equipe ne ha fatta di strada. Pensare che le sembrava di dover fare uno sforzo gigantesco per passare dal bimestrale al mensile. Oggi può dire che, per far crescere il giornale, oltre all’impegno e allo sforzo fisico, innegabili, c’è voluto uno sforzo intellettuale. Non più tardi di cinque anni fa, infatti, si lamentava di essere stanca: la periodicità era aumentata, ma non riusciva a

  • Shen Dali

    intervista di Sergio Dalla Val

    Nei tre libri Marc Chagall e Antonio Vangelli, Henri Matisse e Alfonso Frasnedi, Pierre-Auguste Renoir e Grigorij Zejtlin (Spirali edizioni, collana “L’arca. Pittura e scrittura”), scritti insieme a Dong Chun, lei legge le opere di questi artisti confrontandoli a due a due. Non tenta una storia dell’arte ma un confronto tra la pittura europea e la poesia cinese, una combinazione inaspettata.

  • Mercoledì 24 agosto è deceduta Mariella Sandri, autrice e responsabile della redazione di Ferrara di questa rivista. Pubblichiamo il testo che il nostro direttore ha letto a San Bartolomeo in Bosco (FE), il 27 agosto, durante le esequie.

  • Quando scrivo, sono solo. Quando faccio un film, è impossibile essere solo, ho bisogno anche di un ambiente esterno, mentre, quando scrivo, ho soltanto bisogno delle strutture del linguaggio e posso anche creare dal nulla elementi di un ambiente esterno. Nel film ho bisogno di attori, di sceneggiature, di scenografie. Nel romanzo, invece, posso scrivere, per esempio: “piove” e il lettore può anche controllare fuori dalla finestra e darmi del bugiardo! L’autore non è bugiardo: ha creato la pioggia scrivendo. Nel film, avrebbe avuto bisogno di particolari scenografie, di macchine che creano

  • Tra i libri di Shen Dali mi hanno interessato molto quelli scritti insieme a Dong Chun (Marc Chagall e Antonio Vangelli, Henri Matisse e Alfonso Frasnedi, Pierre-Auguste Renoir e Griegorij Zejtlin, Spirali edizioni).

  • Sono molto onorato di ricevere questo riconoscimento dell’Università di Bologna, perché questa è un’istituzione importante, una delle più vecchie università, dove però la gente è sempre giovane, per questo l’università contribuisce a mantenere giovane la città. Apprezzo l’università nei paesi democratici per due ragioni in particolare. La scuola superiore insegna ai ragazzi a dare risposte, l’università insegna loro a fare domande, insegna loro a porre questioni. E c’è un’età in cui occorre fare domande piuttosto che dare risposte. Se non avete la risposta non rispondete

  • Da anni mi occupo del recupero delle tradizioni popolari italiane, che vanno perdendosi sempre più. Nel libro di Bachisio Bandinu, La maschera, la donna, lo specchio (Spirali) ho trovato molte differenze rispetto ai miei studi, ma anche molte analogie. La cultura occidentale e orientale – mi riferisco soltanto all’Oriente, non parlo dell’Africa – sono veramente molto distanti e questo non è certamente un dato negativo. Tuttavia voglio partire da un’analogia che mi è sembrata particolarmente significativa e che riguarda la maschera, da sempre oggetto dei miei studi. Nel libro di

  • Per intendere la maschera di cui io parlo, cerchiamo di capire quale differenza poniamo nel linguaggio comune tra faccia, volto e maschera. La faccia ha a che fare con la fisiognomica, eppure, quando interviene la metafora: “Ha perso la faccia”, “Che faccia tosta”, c’è un rimando non fisico, non fisiognomico, ma, in qualche modo, simbolico.

    A proposito del volto, si dice: “Ha mostrato il suo vero volto”. Perché, ci sono altri volti? Che rapporto c’è tra questi volti e il vero volto e quale economia intercorre in questa molteplicità di sembianze?

  • Due pastori avanzano nel campo, hanno litigato, si fermano, non si guardano. Il volto del primo guarda verso l’orizzonte esterno, lo sguardo dell’altro, analogamente, è rivolto a un altro orizzonte esterno. È un momento molto importante, perché gli occhi dei due, che non si guardano, colgono le espressioni, la forma facciale, un po’ pietrificata come spesso nell’iconografia ci viene rappresentata la faccia dei sardi.