Politica

  • La Lameplast ha avviato la sua attività trentatre anni fa, con le lavorazioni per conto terzi nel settore delle macchine automatiche. Poi, io e i miei due soci abbiamo fatto una ricerca sul mercato e abbiamo visto che mancavano le strutture che permettessero di produrre la plastica secondo le effettive esigenze del settore farmaceutico. Allora, abbiamo incominciato a specializzarci nella produzione di contenitori in plastica, in ambiente a contaminazione controllata, ma soprattutto creando nuovi contenitori e avviando un processo d’innovazione che è rimasto costante

  • Nell’era della mondializzazione dell’economia e della finanza, all’impresa non basta più definire la propria mission sul mercato, ma deve trovare una politica in direzione del valore assoluto, che vada al di là del luogo comune pronto a indicare il bene come principio e come fine della sua attività. Il discorso politico ha da sempre utilizzato l’idea di bene come strumento del consenso, mentre l’impresa, oggi più che mai, deve qualificarsi per il suo progetto e il suo programma internazionali e per il modo con cui giunge alla qualità. L’impresa non ha davanti a sé il bene come meta

  • Nel mio intervento a questo Forum internazionale, prendendo spunto dall’esperienza ultraventennale alla guida di Hesperia Hospital, cercherò d’illustrare limiti e opportunità della politica dell’impresa nel settore sanitario nel nostro paese.

  • Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena può essere considerato, come vedremo, un caso un po’ anomalo nella realtà economica modenese, ma anche in quella nazionale e internazionale, e associa quasi trecento soci produttori. In questo Forum, ci si chiede se un consorzio o un’associazione di aziende sia una valida alternativa ai processi di fusione, oggi sempre più diffusi. In un mondo in cui la globalizzazione avanza inflessibile, le aziende più grandi guadagnano sempre maggiore spazio sul mercato, sottraendolo alle più piccole che, a loro volta, devono

  • Incomincio annotando due limiti dell’attuale politica produttiva, industriale, monetaria e di mercato. La prima considerazione negativa è che la produzione delle merci, delle cose, dei beni, delle condizioni di vita ha un traino che ha usurpato la sua funzione: il capitale finanziario. Oggi si produce in funzione del capitale finanziario. Quindi, le condizioni di vita delle persone sono sempre più agganciate alla logica della produzione del capitale in quanto tale, mentre il capitale dovrebbe essere lo strumento e non il fine della produzione. L’altra questione è che,

  • L’impresa compete in un territorio in cui operano diversi soggetti, ma, a differenza di una squadra di calcio, che può ottenere grandi risultati e vincere anche in campo avverso, dove gli altri fanno il tifo contro, l’impresa non sfrutta in pieno le proprie possibilità, se opera in un territorio dove non ha tifo a favore. È chiaro che deve meritarsi i tifosi, ma se li merita, competere è più semplice e di un’impresa competitiva beneficia l’intero territorio.

  • Quando la nostra piccolissima azienda, Star, si è costituita come spin-out dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia – che a Modena ha un centro d’eccellenza sulle nanotecnologie, ospitato nel Dipartimento di Fisica dell’Università –, allo scopo di offrire servizi, sviluppare, progettare e industrializzare soluzioni tecnologiche per l’impresa nel settore della scienza delle superfici, i timori del nostro paese verso i paesi dell’Est asiatico come Cina e India erano dovuti principalmente alla concorrenza sleale che derivava dalla manodopera a basso costo.

  • Nell’era in cui viviamo, l’era della finanza globale – la principale espressione della globalizzazione –, la responsabilità dei governi e delle imprese è fondamentale. La finanza globale è, al tempo stesso, indice di progresso e di regressione, perché può provocare instabilità e crisi internazionali, che ormai pensavamo superate da tempo. Né i poteri pubblici, né le imprese, né gli esperti sono veramente consapevoli di tutte le possibili conseguenze della finanza globale: si naviga a vista. Ma esiste veramente un pericolo di crisi? E ci sono metodi per impedirla?

  • Nell’ultimo decennio gli scenari economici e industriali sono notevolmente mutati, a causa dell’avvento della globalizzazione e dell’ingresso nel mercato mondiale dei paesi emergenti, la cui produzione ha progressivamente incrinato le certezze delle imprese, non solo nel nostro paese, ma in tutto il vecchio continente. Probabilmente, l’Italia, ormai da decenni orientata al contoterzismo, ha subito in misura più drammatica il confronto con le realtà del sud-est asiatico, confronto incentrato su una concorrenza in un certo qual modo sleale.

  • Luigi Mai

    Quattro anni fa la PTL – azienda da lei presieduta, che è riuscita a fare scuola nell’innovazione nel settore meccanico, a livello sia nazionale sia internazionale – ha promosso la costituzione di Energy Group, un gruppo che riunisce le esperienze e le competenze di cinque aziende della nostra provincia, fornitrici di servizi differenti nei settori della piccola carpenteria, dell’automazione e dell’impiantistica. A proposito di politica dell’impresa, quali sono i vantaggi che ha portato il raggruppamento dal punto di vista sia del valore economico, sia della crescita